Il suono della notte: una nota dell'Autore- Gigi Borruso

Gigi Borruso

Il suono della notte: una nota dell'Autore

Il suono della notte di Gigi Borruso

Vittorietti editore

Una nota dell’autore

Probabilmente il lettore ha tentato di separare, al setaccio delle sue conoscenze e del suo intuito, i riferimenti storici relativi alle vicende qui narrate dalle mie fantasie. Da parte mia, mi sono lasciato condurre dal sesto senso del teatrante: niente è più verosimile di ciò che nasce da un incrocio di azioni o di parole inattese, poiché inattesa è sempre ogni verità. Il furto della Natività, su cui molto si è scritto e fantasticato, è l’emblema delle tante cose sottratte, prese in ostaggio, distrutte, a Palermo come altrove: opere d’arte, corpi, paesaggi, memorie, idee. Rapinate o spazzate via da chi immagina che il mondo debba conformarsi alla sua disperazione. E’ l’emblema della nostra storia stracciata, costellata di silenzi e omissioni. Ricucirne la trama, anche in modo fantastico, è un modo per capire e sperare. Detto ciò, annotiamo qui alcuni fatti storici che hanno ispirato il racconto, come saggiamente ha suggerito l’editore.

I fatti, dunque.

- Notte fra il 17 e il 18 ottobre 1969, Palermo, Oratorio di San Lorenzo, furto della Natività del Caravaggio. Oltre a qualche dichiarazione recente di collaboratori di giustizia, nessuna certezza vi è sulla sorte dell’opera.

- 10 dicembre 1969, Palermo, strage di viale Lazio. Un commando, composto da appartenenti a varie famiglie di Cosa Nostra irrompe negli uffici del costruttore Moncada in viale Lazio ed elimina il boss Michele Cavataio, ritenuto colpevole di aver scatenato la guerra fra le cosche mafiose. Nell’agguato, oltre al Cavataio, perdono la vita tre dipendenti dell’impresa e Calogero Bagarella, appartenente al commando. Nel 2009 per questi omicidi sono condannati all’ergastolo Salvatore Riiina e Bernardo Provenzano.

- 16 settembre 1970, Palermo, rapimento del giornalista de L’Ora Mauro De Mauro. Seppur non si sia mai giunti a una certezza processuale, si ritiene che il giornalista sia stato eliminato dalla mafia perché, con le sue ricerche per il film di Francesco Rosi, era arrivato troppo vicino alla verità sulla fine del presidente dell’Eni Mattei, oppure per le sue informazioni sui preparativi del golpe Borghese.

- Notte fra il 7 e l’8 dicembre 1970, Roma, tentato colpo di stato, diretto da Junio Valerio Borghese, ex comandante della X Flottiglia Mas, con l’appoggio di formazioni di estrema destra, di alcuni alti ufficiali dell’esercito e della mafia. Il golpe venne annullato dallo stesso Borghese durante le prime fasi di attuazione per motivi rimasti oscuri. Negli anni ’80 i collaboratori di giustizia Tommaso Buscetta e Antonino Calderone, confermarono il coinvolgimento di Cosa Nostra nel tentato golpe. 

- 5 maggio 1971, Palermo, uccisione del Procuratore della Repubblica Pietro Scaglione e dell’agente di custodia Antonino Lorusso. E’ considerato dagli studiosi, insieme al rapimento De Mauro, il punto di svolta terroristico della strategia mafiosa, il primo delitto eccellente, dopo quello di Emanuele Notarbartolo del 1893. Tommaso Buscetta dichiarò al giudice Falcone che l’omicidio era stato organizzato ed eseguito da Luciano Leggio e Salvatore Riina.